Rottamare uno scooter è più complesso di quanto si possa immaginare. E’ necessario predisporre alcuni documenti e seguire un iter preciso, il quale coinvolge esclusivamente i centri autorizzati. C’è poi il capitolo dei costi, che spesso e volentieri coglie in contropiede chi si appresta a rottamare per la prima volta. A scanso di equivoci, rottamare uno scooter – ma ciò vale per qualsiasi altro veicolo – si paga.
Tuttavia, esistono soluzioni alternative alla rottamazione, come la vendita. Per quanto possa sembrare strano, è possibile monetizzare il possesso di un motociclo inutilizzabile e difficile/impossibile da riparare. Il merito va a società specializzate proprio nell’acquisto di mezzi incidentati, come Ritiro Moto Incidentate.
Ne parliamo in questa guida, che spiegherà come rottamare uno scooter 50, piuttosto che un 100 o un 125; ed esplorerà la suggestiva alternativa della vendita.
Rottamare uno scooter, una scelta dolorosa… E costosa
In genere, si ricorre alla rottamazione quando lo scooter è troppo vecchio e impone una spesa ingente – nonché continuativa – spesa per la manutenzione. Si ricorre alla rottamazione, però, soprattutto quando lo scooter è stato coinvolto in un incidente, subendo danni così gravi da non giustificare il ricorso al meccanico o al carrozziere.
Ad ogni modo, la rottamazione è considerata come una soluzione brutale, ma anche come un segnale di resa. A maggior ragione se si considerano iter e costi, che sono più complessi di quanto si possa immaginare.
Tanto per cominciare, è necessario predisporre i documenti, ovvero libretto di circolazione e certificato di proprietà (spesso uniti in un unico foglio). Occorre anche staccare la targa e consegnarla. Inoltre, si è chiamati alla compilazione e all’invio del modello TT 2118, che serve a richiedere la rimozione dal PRA.
Soprattutto, è necessario rivolgersi a centri di demolizione autorizzati, che possono essere visualizzati direttamente sul sito dell’ACI.
Questo iter comporta un certo dispendio di denaro. In particolare, si devono corrispondere gli emolumenti ACI e l’imposta di bollo. La spesa è variabile e dipende dalle caratteristiche del mezzo. Per uno scooter medio il costo complessivo ammonta a 45,50 euro, ma si può arrivare anche a 61,50 euro.
La voce di spesa più grossa è però quella relativa alla demolizione vera e propria. Alcuni centri di demolizione sono più morbidi di altro, ma è quasi impossibile pagare meno di 200 euro.
Rottamare? No, vendere!
Insomma, vi è il rischio concreto di sborsare qualche centinaio di euro. Il possessore di uno scooter non più utilizzabile, dunque, oltre al danno (perdita del veicolo) deve sopportare la beffa (spesa per la rottamazione).
Come già accennato, esiste una soluzione alternativa. Una soluzione che cambia le carte in tavola in quanto trasforma la perdita in guadagno. Stiamo parlando della vendita. Esatto, è possibile vendere uno scooter, ma anche qualsiasi altro veicolo, che non può essere riparato o troppo difficile da riparare.
Il mercato delle “moto guaste” è più florido di quanto si possa immaginare. Il fatto è che permangono dei validi motivi per effettuare un acquisto di questo tipo, per quanto vincolati a specifiche condizioni. Chi acquista può mettere in sesto la moto e rivenderla, se dispone di un canale privilegiato. Nella peggiore delle ipotesi, e se dispone di un canale privilegiato per la vendita di materie prime, può rivendere i rottami.
A chi vendere una moto da rottamare
Il primo istinto è affidarsi alle piattaforme di compro-vendo usato. D’altronde, sono facili da utilizzare: si caricano un paio di foto, si scrive l’annuncio e il gioco è fatto. Ebbene, non è la soluzione migliore. Sono piattaforme generaliste, quindi sarebbe come cercare un ago in un pagliaio.
L’unica soluzione è rivolgersi a chi, per mestiere, acquista moto incidentate, guaste, inutilizzabili. Ma c’è compratore e compratore. Solo alcuni remano dalla parte del possessore della moto, elaborando offerte accettabili e adottando criteri trasparenti.
Risponde a questo identikit Ritiro Moto Incidentate, punto di riferimento in Italia per chi vuole vendere moto incidentate. Come suggerisce il nome, si occupa anche del ritiro, dettaglio non di poco conto se si considera che un veicolo inutilizzabile è sostanzialmente un peso morto.
Soprattutto, elabora le offerte in maniera trasparente, secondo criteri oggettivi, in una prospettiva win-win che fa la fortuna di tutte le parti in causa. Inoltre, assiste dal punto di vista burocratico e formale, curando la compilazione e l’invio dei documenti necessari.